La storia del Coro Illersberg inizia
il 12 aprile 1962 dalla fusione di due gruppi corali già esistenti: il Coro "Montasio" e il "Publio Carniel" diretto da Lucio Gagliardi. Sarà proprio quest'ultimo ad assumere la direzione del nuovo complesso. Lucio Gagliardi è un personaggio unico: l'amicizia e il "senso del gruppo" sono le basi su cui fonda il suo lavoro di maestro e animatore. L'insegnamento della musica va di pari passo con il racconto di lunghissime barzellette nelle quali è altrettanto maestro: un clima di serena libertà gli permette così di esprimere tutto il suo entusiasmo e la sua grande carica vitale. Gagliardi sprona i coristi a non risparmiare energie e a mettere in gioco tutte le loro risorse, con speciale riguardo a quelle emotive e spirituali. Si deve a lui se, ancora oggi, il Coro interpreta con passione e con intima partecipazione ogni pagina musicale. Il repertorio, all'epoca, è costituito in gran parte da brani popolari triestini, friulani e della montagna. Risale perciò a quegli anni l'avvio di una impostazione tecnica e vocale che permetterà al coro di affrontare più specificamente lo studio della polifonia classica. Tutti i concerti inizieranno con una serie di brani polifonici, secondo la ricetta di Lucio Gagliardi: "Una parte di folclore per accontentare il pubblico, una parte di polifonia per educarlo".
Nella gestione del coro il problema logistico, con le sue implicazioni, si fa ben presto sentire. Mal tollerando interferenze ideologiche sulle scelte musicali, l'Illersberg preferisce mantenere il più possibile la propria indipendenza e interrompe nel 1964 l'affiliazione alla Società Alpina delle Giulie; il coro lascia la sede di Piazza Unità e trova accoglienza al Ricreatorio Comunale "Giglio Padovan" di Via Settefontane. Successivamente si sposta in un vecchio stabile di Via Madonna del Mare di proprietà della parrocchia. L'ambiente è assai poco confortevole, freddo d'inverno e soffocante d'estate.
Nel 1963 il Coro Illersberg conquista il primo dei numerosi primi premi che collezionerà negli anni a venire. È il 3° Concorso Internazionale "C.A. Seghizzi" di Gorizia. Lo stesso brillante risultato verrà raggiunto anche nelle due edizioni successive. L'attività procede intensa, costellata da impegni di vario livello. Nel contempo, la partecipazione ai Concorsi diviene fonte di continuo miglioramento tecnico ed artistico.
Il 24 gennaio 1970 la situazione precipita drammaticamente.
Alla fine della prova, nella nuova sede di Via Cassa di Risparmio inaugurata soltanto pochi mesi prima, i coristi si alzano, ripongono le parti nelle cartelle, alcuni ritornano a casa, altri rimangono per una chiacchierata o una partita a carte. Soltanto Lucio Gagliardi rimane seduto, con un'espressione stanca e aggrondata sul volto pallido. Gli succede spesso, dopo una prova o un concerto particolarmente impegnativo; ma questa volta l'affanno non se ne va, e cresce il senso di oppressione al petto. Arriva l'ambulanza, quasi per scrupolo e - con quella che a tutti sembra un'esagerata prudenza - il maestro, in barella, lascia la sede del coro per l'ospedale. Saluta i suoi ragazzi con un faticoso sorriso: è l'ultima volta che lo vedranno vivo. Un paio d'ore più tardi, il frenetico andirivieni di infermiere dalla sala di rianimazione rivelerà ai coristi che aspettavano notizie rassicuranti la tragica realtà. Con l'impegno morale assunto in quel momento, Bruno Dapretto - presidente
in carica fino a ottobre 2013 - ha profuso ogni energia nella guida gestionale, economica ed organizzativa del Coro Illersberg. Soprattutto nei momenti difficili il suo pragmatismo, la serietà di intenti, la generosa imprenditorialità e la sua incrollabile fiducia, si dimostreranno decisivi per la sopravvivenza stessa del coro.